Il funzionamento delle moderne lavastoviglie per uso domestico è calibrato da un motore elettrico che, attraverso un sistema di tubi, pompa e spruzza acqua calda ci regala stoviglie lucide e profumate.
L’acqua calda di lavaggio è spruzzata attraverso una serie di ugelli di specifiche forme, dimensioni e direzione. Gli ugelli sono posti su bracci e messi in rotazione dalla pressione dell’acqua.
Il continuo afflusso di acqua è costantemente filtrato quindi autopulente grazie a dei filtri presenti sul fondo della vasca; è un circolo chiuso garantito da un tempo fisso di lavaggio e scarico.
La prima fase di lavaggio, ed eventuale prelavaggio, l’acqua è spruzzata tramite una resistenza a caldo con una temperatura compresa tra i 45 e 75° e diversa a seconda del lavaggio scelto. L’acqua viene mischiata a detergenti con funzione emulsionante, preintrodotti all’avviamento attraverso il vano pastigliette.
Durante la seconda fase del lavaggio, invece, le stoviglie vengono risciacquate più volte con acqua fredda dai residui di detersivo. Soltanto all’ultimo risciacquo, effettuato alla temperatura di circa 65°, viene aggiunto un liquido detto “brillantante”.
Il brillantante diminuisce la tensione superficiale dell’acqua e facilita l’asciugatura del carico e l’eventuale rimozione degli ultimi residui di sporco e di detersivo, eventualmente presenti.
L’ultima fase di lavaggio prevede l’asciugatura delle stoviglie mediante l’aspirazione del vapore creatosi nella vasca di lavaggio. Tale operazione può venire effettuata naturalmente, attraverso una corrente convettiva che si crea con l’ausilio di un condotto laterale alla vasca, oppure in maniera forzata tramite un apposito ventilatore.
Le lavastoviglie, per facilitare l’azione del detergente, l’asciugatura ed evitare depositi opachi e di calcare sulla resistenza di riscaldamento dell’acqua, sono dotate di un impianto addolcitore dell’acqua a resine a scambio ionico, che fissano il calcio, in soluzione nell’acqua di lavaggio, con sodio. A fine ciclo le resine sono “rigenerate” con acqua salata, realizzando il processo inverso di scambio: il sodio del sale è fissato sulle resine e il calcio è rilasciato nella soluzione salina che viene scaricata. La soluzione rigenerante è ottenuta sciogliendo sale da cucina, che si consuma e deve essere periodicamente rifornito in un apposito serbatoio. Il sale utilizzato è visivamente simile al normale sale grosso da cucina, ma caratterizzato da contenuto di impurità particolarmente ridotto per evitare danni all’addolcitore. Per ulteriori informazioni visita Migliore Lavastoviglie il sito che fa i confronti.